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sabato 1 dicembre 2012

(Parentesi Malese)

Ovvero: toccata e fuga nel paese degli opposti


Abbiamo deciso di fare una puntatina in Malesia. Motivo fondamentale è "già che siamo qui..." e in effetti non credo che avremo altre occasioni in futuro... e credetemi, dopo averla vista senza il filtro migliorativo del villaggio turistico, voglia di tornarci proprio no.
Eppure mi è piaciuta.


Kuala Lampur: di baracche e burattini

 
 


Dopo ben 5 ore di pullman, arriviamo a Kuala Lampur e la prima impressione che ho avuto posso riassumerla con la seguente frase: un vasetto di merda ricoperto di brillantini.
Kuala Lampur sembra la versione "vorrei ma non posso" di Singapore: povertà e sporcizia regnano ad ogni angolo, ma con la cornice di insegne luminose, vetrine sfavillanti e cartelloni pubblicitari coloratissimi che inneggiano ad un benessere che proprio non c'è. Le baracche appena fuori dal centro sono la maggioranza e fa davvero impressione vederle attaccate alla concessionaria di Suv che solo pochissimi eletti possono permettersi.
Il traffico è talmente congestionato che dopo 20 minuti di taxi, accorgendoci di essere ancora a pochi metri dall'albergo, ma fermi in coda, decidiamo di andare a piedi fino alle Petronas Towers. L'immondizia che c'è per terra e la puzza insistente si fa fatica a descriverle, ma si fa ancor più fatica a pensare che ad appena un isolato da noi regna il lusso più sfrenato. All'orizzonte si profilano le due torri gemelle più famose dell'est, con le loro lucidissime vetrate azzurre, e quando te le trovi davanti lo spettacolo è davvero mozzafiato.



Facciamo molte foto, increduli di essere proprio lì. Poi entriamo dentro, sperando di trovare ancora qualche biglietto per salire sulla passerella, ma sembra che i ticket esauriscono già alle 7.30 del mattino. Ok, decidiamo di visitare l'enorme centro commerciale, e faccio prima a postare una foto che a descriverlo.



Il primo piano è dedicato esclusivamente alle grandi firme come Gucci, Prada, Chanel tanto per citarne un paio. All'interno dello shopping center c'è tanmente tanta aria condizionata che sono costretta a mettermi un maglioncino a maniche lunghe... All'esterno c'è un trionfo di acqua che zampilla su di un laghetto artificiale.
Insomma diciamo che qui se ne fregano dei consumi. Ma anche a Singapore, sia ben chiaro!

Curiosità. In Malesia le religioni sono tante, perché tante sono le culture che la abitano, così dento il cassetto della camera d'aòbergo troviamo la tipica Bibbia, insieme al Corano, al Libro dei Mormoni e a quello di Buddha :)




Il "melmare" dell'incredibile Malacca
La giornata passa in fretta e il giorno successivo siamo di nuovo in viaggio per visitare quella che sembra essere la perla della Malesia: Malacca (Melaka). Malacca è famosa soprattutto perché, essendo stata colonizzata sin da tempi remoti da cinesi, inglesi, olandesi, giapponesi e altri ancora, possiede un discreto bagaglio di architetture "poliglotte": c'è una piccola China Town, un isolato indiano, due o tre chiese protestanti, un'intera via di caseggiati rossi ereditati dagli olandesi e patrimonio dell'Unesco, e altre costruzioni coloniali inglesi.
Per noi italiani, che di scavi e monumenti ne abbiamo fin sopra le orecchie, Malacca non ha nulla i cui essere invidiata, eppure ci è piaciuta tantissimo. E vero... ci sono topi e pipistrelli ovunque, coccodrilli nelle fogne, condomini diroccati, la fogna a cielo aperto, povertà e immondizia a valanga e un mare putrido... ma ha quel non so ché di esotico, in cui bello e brutto si fondono per dar vita ad un'atmosfera unica.

 
 


La China Town è davvero carina perché le costruzioni sono in stile olandese e sono vecchie di 400 anni. E' una zona coloratissima e di sera si illumina di faretti rossi, un vero spettacolo.



E' considerata il quartiere dello shopping, perché sotto ad ogni casa c'è un negozio di antichità, souvenirs, pelletterie e curiosità e qui è facile fare ottimi affari. La moneta si chiama Malesian Rigit ed equivale al 20% dell'euro, ciò significa che la borsa originale col design di TokiDoki da 49 rigit l'ho pagata appena 10 euro :D

La fortuna più grande è stata sicuramente quella di incontrare per caso la processione indù che si è tenuta l'altro ieri (17 ago) in serata. Altarini dappertutto, negozi tipici di fiori e offerte illuminati a giorno e poi un gruppo di suonatori per strada che hanno dato vita ad un ritmo sfrenato di tamburi e danze. Le donne vestite esclusivamente con i Sari colorati e preziosi di strass, i fuochi d'artificio impazzavano in cielo mentre le anziane preparavano fruttelline gratuite per tutti. In pochissimi minuti la strada si è riempita di gente, tanto che le auto avevano ormai una sola corsia per passare (e manco tanto).
E poi ecco che arriva la processione: alcuni suonatori su un camioncino aprono la strada alle ragazze con la veste tradizionale e i fiori di gelsomino fra i capelli. Dietro di loro ci sono i ballerini che indossano un costume-cavallo e piroettano all'impazzata urlando e fischiando. Dopo un paio di carri che sventolano stendardi religiosi arriva il pezzo forte: l'altare. Si tratta di un mini-tempietto illuminato con le lucine al cui interno c'è la statua della divinità e ben due sacerdoti che officiano durante il percorso. Si offrono piatti di frutta e coroncine di fiori da far benedire o da barattare con altre offerte. Una donna porge la propria figlia alla quale il sacerdote dona una collana di fiori e la benedice. Il carro è trainato da due buoi, animale simbolo di Malacca. Innanzi ad essi dei ragazzi spaccano a terra alcune noci di cocco quale simbolo propiziatorio di abbondanza.
Ho anch'io una collana di fiori da offrire - anche se mi sento come un pesce fuor d'acqua, in alcune occasioni, penso che onorare le tradizioni locali sia una sorta di rito iniziatico per "farne parte" almeno in quell'occasione, anziché rimanere un passivo osservatore turistico.
Una signora mi guarda, indica la mia collana e con un perfetto inglese mi chiede se è un'offerta; quando le rispondo di sì, lei mi fa un largo sorriso luminoso e mi dice "God bless you!". Dopo l'offerta mi viene regalata un'arancia, orchidee fresche e una polverina profumata, che mi ricorda i templi indù di Singapore.
La processione passa e con lei se ne và una delle più belle esperienze che ti arricchiscono dentro come mai un libro potrà fare.